I nostri scarponi sulla Via Francigena by Elena Moscardo

I nostri scarponi sulla Via Francigena by Elena Moscardo

autore:Elena Moscardo [Moscardo, Elena]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788866904588
Amazon: 8866904589
editore: EEE - Edizioni Esordienti E-book
pubblicato: 2018-08-23T22:00:00+00:00


CAPITOLO 10: Tappa 9 – San Gimignano – Abbadia a Isola - Monteriggioni

Domenica 16 luglio 2000 – Una lezione che non scorderemo, il tempo passato che si fa presente…

Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi

estranei e non posseduti.

Italo Calvino, Le Città Invisibili

Il nostro libricino-navigatore tascabile dice: La tappa non presenta particolari difficoltà, ma è impegnativa per la sua lunghezza e per i continui saliscendi del percorso. Noi, dopo averla percorsa, la definiremmo meglio con il termine ciclistico di tappone dolomitico: più di nove ore di ininterrotto cammino per un totale di quasi 30 km. E, se questo non fosse sufficiente, a rendere il tutto ancora più stoico… è stata una giornata splendidamente serena e molto afosa, l’itinerario non sempre chiaro da seguire, ma soprattutto ci ha accompagnato per tutta la giornata una fame da lupi. Infatti, per confermare la regola non scritta che “chi sbaglia tende a sbagliare di nuovo”, anche oggi non abbiamo considerato che, essendo Domenica, i negozi di generi alimentari sono regolarmente chiusi. Ci siamo messi in cammino senza viveri, addirittura lasciando stupidamente sulla tavola della colazione al monastero di San Girolamo due invitanti e profumati panini con nutella e marmellata, che le monache avevano preparato con amore per noi. Avevamo, ahimé, l’idea di aver mangiato già a sufficienza. Siamo partiti da sprovveduti, affidandoci inconsapevolmente, ma completamente e concretamente alla Provvidenza. Ma dato che, si dice: “aiutati che il ciel ti aiuta!”, siamo stati giustamente puniti per questa nostra sbadataggine ed eccesso di spavalderia.

Partiamo dalla piazza della Cisterna di San Gimignano e percorriamo strade asfaltate, ma tranquille, dato che è ancora molto presto. Sono solo le 6:00 ed è domenica, anche se non lo abbiamo ancora realizzato e, quindi, non si vede proprio nessuno in giro a parte noi. Camminiamo da soli nella brezza fresca del primo mattino ed arriviamo in breve al piccolo borgo di Montauto, situato sulla sommità di una collina. Lo lasciamo alle nostre spalle per dirigerci veloci verso le rovine dell’abbandonato Molino d’Aiano ed il vicino torrente Foci. Riusciamo a guadare questo corso d’acqua facilmente e senza bagnarci eccessivamente gli scarponi, poiché in questo periodo la sua portata d’acqua è scarsa. Tra saliscendi su prati, strade bianche ed asfaltate, piccoli boschi e radure silenziose, giungiamo verso le 2:00 del pomeriggio all’abitato di Boscona. Qui cerchiamo invano un ristorante, un bar o un negozio di alimentari aperti, per poterci comprare qualcosa da mangiare. Siamo molto stanchi e nel nostro girovagare continuiamo a trovare tutti gli esercizi chiusi. Decidiamo quindi di chiedere ad un passante la cortesia di indicarci dove potremmo mangiare qualcosa nelle vicinanze. È allora che ci sentiamo rispondere che, essendo oggi domenica, non ci sarà nessuna possibilità lì vicino di poterci sfamare. Restiamo sconcertati dalla notizia che ci coglie del tutto alla sprovvista. Non abbiamo altra scelta che sopportare la fame ed andare avanti lo stesso. Potremmo,



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